sabato 6 luglio 2013
LA STORIA DELLA MIA VITA
Quando facevamo il piattino e anche adesso che facevo la scrittura automatica, ogni tanto si intrometteva un personaggio molto negativo e aggressivo.
Quando succedeva smettevamo subito, ma col tempo questo personaggio interveniva sempre più spesso.
Naturalmente mia sorella a Roma non poteva più comunicare con i 'morti' perché non sapeva fare la scrittura automatica, così un giorno decisi di insegnarle telefonicamente. Prima di insegnarle un personaggio femminile che compariva sempre ed era molto dolce e materno mi disse di non farlo, di non insegnarle assolutamente, ma io lo feci lo stesso.
Dopo aver imparato, nel giro di poco tempo, mia sorella entrò in uno stato di follia, non mangiava più, aveva smesso di fare la scrittura automatica perché comunicava direttamente con la mente e il personaggio negativo di cui parlavo prima aveva preso il sopravvento su di lei rendendola schiava.
Era terrorizzata, girava per le chiese di Roma a bere l'acqua benedetta e sopravviveva mangiando ogni tanto un uovo.
Noi non sapevamo come si era ridotta, ma per fortuna una ragazza che viveva con lei un giorno telefonò ai miei genitori dicendo: Venite a prenderla, subito! Sta molto male!
Quel giorno c'era un matrimonio e miei genitori partirono in macchina verso sera lasciando il ristorante ai camerieri.
Io ero molto spaventata e feci l'ultima scrittura in cui, sempre il personaggio femminile, mi salutò e mi disse: Non farlo mai più, non fare mai più la scrittura.
La mattina dopo i miei genitori tornarono a casa con mia sorella e cominciò un periodo assurdo e spaventoso. Mia sorella non era più mia sorella, pregava sempre, beveva acqua benedetta, non riusciva a mangiare, non dormiva mai, perché diceva che se si addormentava la creatura che l'abitava avrebbe preso il sopravvento su di lei, aveva un piccolo crocefisso fissato con lo scotch in corrispondenza del cuore.
I miei genitori, in quel periodo furono molto bravi con lei, riuscirono a mantenere la calma e riuscirono ad assecondarla ma allo stesso tempo a farle credere che questa cosa non era vera, che non aveva potere su di loro. L'accontentavano quando voleva visitare i santuari alla ricerca di un esorcista in cambio lei però doveva mangiare.
Credo che se l'avessero portata in un istituto psichiatrico non ne sarebbe mai uscita, mai.
Invece decisero di non portarla da nessuno psichiatra, la fecero solo visitare dal dottore di famiglia, che le prescrisse delle vitamine.
Una notte mia sorella ci svegliò urlando che ce l'aveva fatta, che l'aveva sconfitto e per dimostrarcelo si tolse la croce dal petto e l'attaccò al muro con lo scotch.
In effetti ce la fece, il giorno dopo era tornata lei, anzi era più viva di prima.
Credo che passarono pochi giorni e ripartì per Roma a lavorare, era guarita completamente.
Tutto era finito bene, tranne per il fatto che io ero completamente scioccata.
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Finalmente hai pubblicato la prosecuzione di questa storia con tutte le sofferenze che ne sono scaturite...bisognerebbe parlarne ancora con molta attenzione,non più del dovuto ma senza omettere nulla.
RispondiEliminaInfatti c'è un aspetto molto importante...la tua guarigione, la tua serenità.
Trovo molto giusto il modo con cui hai svolto il racconto,con molta cautela,piano piano come dicevi l'altra volta.
Di tutto quello che hai scritto oggi, voglio dirti ancora una volta che è un grande piacere leggere le tue storie e le vedo tutte collegate insieme come espressione di un'esistenza incredibilmente creativa e sensibile.
Grazie e abbracci
Grazie per i tuoi commenti, mi aiutano ad andare avanti.
RispondiEliminaIn alcuni momenti diventa difficile scrivere ma capisco che rivedere con distacco alcuni episodi della mia vita serve per poterli abbandonare, ma ti assicuro che a volte è molto doloroso. Questo esperimento però mi ha regalato tante cose inaspettate, tra cui il conoscere una persona speciale come te.
Grazie ancora
un abbraccio
simona
Aspetto altri capitoli...naturalmente se hai tempo.
RispondiEliminaCiao