lunedì 5 novembre 2012

LA STORIA DELLA MIA VITA




Adolescenza

La mia adolescenza è iniziata un po' in ritardo.
Una cosa di cui mi sono resa conto ultimamente è che ho sempre vissuto come osservatrice della vita altrui. In qualche modo ho sempre pensato che la vita di mia sorella, dei miei genitori e persino dei miei cani avesse una specie di priorità rispetto alla mia esistenza, mi sono sempre sentita di essere venuta al mondo per assistere e quindi quello che mi riguardava non poteva interferire con le vite altrui.
Per questo motivo tutti i drammi personali, le paure, i sentimenti sono sempre stati custoditi dentro di me, oppure li ho sempre comunicati solo in piccola parte.
Credo sia per questo che l'adolescenza vera e propria non mi ha mai travolto completamente, non sono mai entrata completamente nella fase dei tormenti sentimentali, nella ribellione tipica dell'adolescenza.

Però verso i sedici anni, ho cominciato a uscire con una mia compagna di classe che era una dark.
Era una delle ragazze più intelligenti della classe, aveva sempre voti alti, era molto simpatica e ridevamo molto. Nonostante fosse una dark e si vestisse sempre di nero era una ragazza piena di vitalità ed era anche sempre positiva. Grazie a lei ho cominciato ad uscire quasi tutti i sabati sera. Andavamo nelle discoteche più alternative del periodo, il Ritz di Novellara, il Mascotte vicino a Modena, e vari altri locali che adesso non esistono più.
Spesso mi fermavo a dormire a casa sua, e prima di partire passavamo alcune ore a vestirci, a truccarci e a cotonarci i capelli, ad ascoltare la musica che amavamo, i Cure, The Smiths, i Bauhause e tanti altri gruppi che poi avremmo ballato in discoteca.
Io amavo molto andare in questi locali perché la musica era bella e c'era una moltitudine di personaggi che sembrava esistere solo lì dentro, c'erano gli skin, i mods, i rockabilly, i dark, gli hard core, i metallari e altri gruppi di cui adesso non posso ricordare il nome.
Era come essere dentro a un film.
Per arrivare in questi locali andavamo in macchina con la sorella della mia amica, che era più grande e aveva la patente. A me lei non piaceva affatto e credo che non le piacessi nemmeno io, una sera ha buttato tutta la mia roba fuori dalla loro camera da letto urlando che la mia roba puzzava, che io puzzavo. In effetti forse un po' puzzavo di fritto, perché al ristorante spesso si friggevano i pesci gatto e quindi tutti i miei vestiti erano impregnati di quell'odore, ma lei era molto prepotente sia con me che con sua sorella, la trattava sempre male. Però aveva la macchina.

Avevamo una compagnia con cui ci trovavamo nei vari locali e con cui ballavamo tutta la sera e con cui condividevamo i viaggi.
Grazie a questa mia compagna di classe ho poi conosciuto una delle mie più care amiche, D.

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