domenica 18 novembre 2012

LA STORIA DELLA MIA VITA



Sono andata da un dottore.
Per schematizzare la mia vita ha fatto una riga, e poi su questa riga ha segnato le cose più importanti che mi sono successe.
Io ho guardato quella riga e mi sono resa conto che è proprio stata veloce, la mia vita fino ad ora è stata veloce come tracciare una riga sul foglio e disegnarci sopra dei tratteggi, delle frecce e dei punti.

T.

Continuavo le mie lezioni di pianoforte, però avevo cambiato insegnante.
Il mio nuovo insegnante, era stato per qualche mese supplente di musica alle medie, non ricordo come ho fatto a ritrovarlo e a chiedergli lezioni di pianoforte, ma così è stato e così lo scrivo.
Si chiamava T.
T. era un uomo alto con gli occhi grandi azzurri e la faccia da ragazzino.
Penso fosse un tipo strano, non lo so, non riesco mai a capire se le persone che mi piacciono sono strane.
Non usava la macchina ma andava solo in bicicletta, quando andavo a lezione a casa sua mi parlava di musica, di arte, di spiritualità.
Io amavo tantissimo andare da lui, perché non imparavo quasi niente di pianoforte, ma mi si aprivano davanti porte e porte che mi portavano in stanze mai viste prima.
Ascoltavamo i dischi e mi insegnava ad ascoltare, bene in profondità.
E' stato T. a farmi amare Béla Bartòk un compositore ungherese, un grande studioso di musica popolare mediorientale. L'ho scoperto studiando pianoforte con il suo metodo di studio Mikrokosmos e da allora l'ho amato perdutamente.
Ci sono autori, musicisti, artisti, che parlano un linguaggio che ci risulta familiare, a me succede proprio così. Li riconosco, sono la mia vera famiglia e Bartòk era uno di loro, il fatto poi, di poterlo suonare rendeva tutto ancora più intimo.
Ad un certo punto ho smesso di andare a lezione di pianoforte da T. perché era evidente che non stavo imparando quasi niente e mio padre cominciava a innervosirsi di questa storia e in effetti anche io mi sentivo un po' in colpa perché mio padre mi accompagnava in macchina mi veniva a prendere e mi pagava le lezioni e io non facevo dei gran miglioramenti.

Però ho un bel ricordo di quei pomeriggi con T.


1 commento:

  1. Cercare, riconoscere, frequentare e amare la nostra famiglia spirituale...cosa c'è di più bello?
    Loro ci parlano attraverso le opere, ma non solo...forse ci ascoltano e sicuramente ci ispirano.

    Buona Domenica!

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