domenica 11 novembre 2012

LA STORIA DELLA MIA VITA






D.

D. è stata ed è tutt'ora un'amica speciale.
Ricordo la prima volta che l'ho conosciuta ero con la mia compagna di classe dark, avevamo preso un lavoretto come ragazze sandwich per un salone di abbronzatura, era un'assurdità dato che la mia amica era bianca come un foglio di carta e anche io comunque non scherzavo.

In quell'occasione la mia compagna di classe mi ha presentato D.
Non so bene il perché, ma ricordo che quando l'ho vista ho pensato proprio come quando ci si innamora di un uomo, ho pensato che era una specie di colpo di fulmine e che avrei voluto essere sua amica per sempre.
E così poi è stato.

D. ha occhi neri profondi che guardano fuori ma che ti permettono di vedere anche dentro.
La sua anima è ferma e decisa, ha un forte senso del giusto, del bello e dell'armonioso, ama le persone ma spesso le persone non sanno rispettare le regole del giusto e dell'armonioso e lei soffre come se fossero coltellate alla sua anima.

Naturalmente dopo quell'incontro non abbiamo mai smesso di frequentarci
Passavamo giornate lunghissime a girovagare per Mantova a parlare, a mangiare cioccolate calde 'dalla cicciona', una pasticceria di Mantova che noi avevamo soprannominato così perché era gestita da una donna cicciona molto antipatica e scortese, ma che non potevamo smettere di frequentare perché ci faceva ridere.

Andavamo sempre a ballare in discoteca e la nostra compagnia di amici era sempre più grande e bizzarra. C'erano ragazzi che venivano un po' da tutta l'Emilia. Per me era fantastico e tutto mi sembrava bellissimo, fino ad allora avevo vissuto ai confini del mondo, in una delle zone più depresse d'Italia e conoscere tutta questa varietà di persone era una vera carica di vita.
Per D. non era così e ancora adesso quando ricordiamo quel periodo io ne parlo come di un periodo bellissimo e lei mi dice sempre: Ma sai, per me non era così, io stavo male.
Io penso sempre con sbalordimento a questa cosa, perché non me ne accorgevo, nonostante lei fosse la mia più cara amica, io non mi accorgevo che lei stesse male, forse era tanta la mia fame di vita in quel periodo che in qualche modo andavo a riempire ogni spazio, forse anche il suo.

Lei dice che si sentiva brutta e che soffriva perché si innamorava perdutamente di ragazzi che invece la umiliavano, ma io penso che lei avesse una percezione della realtà che non corrispondeva affatto al vero.
D. non ha una bellezza convenzionale, ma ha una bellezza che coinvolge e lega.
Forse alcuni ragazzi erano intimiditi da lei, perché traspariva una forza potente che gli uomini fanno fatica a gestire. Infatti io mi ricordo che l'ammiravo proprio per questa forza e ammiravo il fatto che in realtà D. era sempre circondata da ragazzi, lei sapeva parlare con loro, non ne era mai intimidita, al contrario di me che invece non riuscivo a interagire che con pochi.

Un giorno ho raccontato a mia madre che avevo conosciuto D. e le avevo parlato proprio di questa cosa dicendole: Sai mamma lei non è una ragazza particolarmente bella ma i ragazzi le stanno sempre intorno. Un giorno finalmente ho invitato D. a casa mia, al ristorante per presentarla ai miei genitori e mia madre quando l'ha vista ha detto davanti a lei: Ma Simona... Mi avevi detto che era brutta, ma non è brutta la tua amica!!
Io ho pensato: Ecco, è finita. Non la rivedrò mai più.

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