Un'altra punizione era quella di legare alla sedia chi si muoveva troppo,
chi si alzava dalla sedia. Io ero spesso legata.
Una cosa che a ripensarci fa anche un po' ridere è che a volte leggeva un foglietto su cui aveva scritto i più puniti, io ero lusingata quando ero nei primi posti.
Una volta aveva organizzato uno spettacolo. Lo spettacolo dei mestieri.
Tutti interpretavano un mestiere, avevamo vari costumi con gli attrezzi del mestiere.
Io non capivo quale fosse il mio mestiere, avevo come attrezzo una borsetta, e la mia parte nello spettacolo era uscire sul palcoscenico facendo girare la borsetta cantando: io son la più bella, la più bella della città.
Insomma, ero la puttana.
Il giorno dello spettacolo i miei genitori non sono venuti a vedermi, perché come sempre vivevano in ostaggio, è venuta a vedermi mia zia, mi ricordo che la vedevo dalla tenda prima dello spettacolo.
Quando è cominciato i miei compagni a turno sfilavano sul palcoscenico cantando la loro battuta: Io sono il fornaio, il fornaio della città. E tutte le mamme e i papà e i nonni applaudivano, poi sono uscita io, che ero molto agitata ho fatto roteare la borsetta e ho cantato la canzone.
Tutti sono scoppiati a ridere fortissimo, in particolare mia zia. Io sono uscita e ho pianto.
Quando ho raccontato questa storia a un mio caro amico il cui nome inizia per F, ha riso tantissimo e ogni tanto vuole che glielo racconti.
Comunque adesso basta con la mia maestra, mi sono stancata di raccontare queste cose. Chissà che fine avrà fatto non so nemmeno se sia ancora viva.
Oggi c'è molto caldo eppure siamo in settembre.
Mi sudano le ascelle e non lo sopporto.
Mi sudano le ascelle e non lo sopporto.
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