martedì 18 settembre 2012

LA STORIA DELLA MIA VITA



Spesso mia sorella mi picchiava e mi faceva dei dispetti, a volte i dispetti erano particolarmente sofisticati e perfidi, altre volte erano estemporanei, le venivano in mente sul momento. Ma nonostante questo io ho sempre avuto nei suoi riguardi una specie di venerazione.
Quando eravamo piccole lei era cicciona e io ero magrissima ma adesso è il contrario, chissà perché.

Davanti al ristorante c'era un buco che quando pioveva si riempiva d'acqua e diventava una pozzanghera enorme, mia sorella aveva costruito con una cassetta di legno una barca, a volte mi invitava a salire e facevamo dei viaggi lunghissimi, mi ricordo di aver esplorato mondi sconfinati sulla barca di mia sorella, altre volte invece andava a fare dei viaggi con una sua amica magra che tra l'altro non era neanche simpatica e io ero gelosa.
Quando era ancora cicciona spesso decideva di fare la dieta e mi diceva di stare attenta a ciò che faceva e quando si avvicinava al frigorifero dei gelati io dovevo dirle questa frase: No, non farlo, non mangiare il gelato che ingrassi. Così io le stavo attenta e quando si avvicinava al frigorifero le dicevo la frase, lei allora mi picchiava e mangiava il gelato. Durante il giorno stavamo sempre nel piazzale del ristorante oppure nel cortile del condominio dove vivevamo, ma di sera eravamo a casa da sole, così mia madre mandava mio cugino, che aveva qualche anno in più di mia sorella, a farci compagnia.
Quelle serate erano completamente fuori controllo, mio cugino ci faceva degli scherzi terrificanti, ma poi giocavamo tutta la sera a fare le cose più assurde. Spesso ci travestivamo e poi ci facevamo delle foto con la polaroid. Quando mio cugino non poteva venire allora veniva una signora un po' anziana che stava con noi fino a tarda notte, questa signora per guadagnare qualche soldo, durante il periodo della festa dei morti, andava anche a pulire le tombe al cimitero. Un giorno per pulire bene una tomba di marmo ci è salita sopra e la tomba si è rotta, così lei ci è caduta dentro, dal fondo della tomba urlava: aiutoooo, aiutoooo. Nel cimitero a quell'ora non c'era nessuno, perché non era ancora orario di visite, ma dei signori di Milano che erano venuti a trovare i parenti morti, sono passati proprio in quel momento al cimitero e sentendo la voce provenire dalla tomba si sono spaventati da morire perché hanno subito pensato che fosse un morto ad urlare. A me e a mia sorella questa storia ci aveva fatto molto ridere, in realtà a me e a mia sorella tutto ci faceva molto ridere. Passavamo delle ore a ridere come delle complete cretine fino ad aver male alla pancia, a volte uscivamo a cena con i nostri genitori che amavano visitare altri ristoranti e a noi partiva la 'ridarola' per ogni cosa, in quelle circostanze mio padre ci odiava, ma noi non potevamo più fermarci.

1 commento:

  1. ciao Simona,
    la ridarella da bambini è impagabile,è una cosa dionisiaca. Il bello è che si ride per cose assolutamente insignificanti, che diventano irresistibili.
    Capitava anche a me, e puntualmente mio padre si infuriava.
    Continua a scrivere questa storia quando hai tempo, è molto bella da leggere!

    Ciao con affetto
    Miciotta

    RispondiElimina