MANTOVA
Dopo aver vissuto un bel po' di tempo nella casa da sole, i miei genitori hanno deciso che era giunto il momento di portarci a Mantova a vivere con loro. Avevano preso in gestione un bar che aveva nel retro tre camere e un bagno, dove potevamo vivere. Non posso dire che fosse un appartamento vero e proprio, però ci si poteva vivere, in effetti queste camere erano adibite a magazzino del bar, così abitavamo in mezzo a scatoloni contenenti patatine, frigoriferi con gelati, cassette piene di bottiglie. Alcuni scatoloni diventavano mobili su cui appoggiare la televisione o altre cose.
Mia sorella appena abbiamo preso possesso della nostra camera da letto ha deciso di dipingere il pavimento di rosso. Così con una tanica di vernice abbiamo dipinto tutto il pavimento. L'effetto era un po' inquietante, sembrava un po' una camera di Shining. Così i miei incubi notturni avevano lo scenario perfetto.
Io in quel periodo avevo tredici anni e dovevo cominciare la terza media. Ero molto preoccupata e intimorita perché non conoscevo nessuno, venivo da un piccolo paese, avevo paura.
In quegli anni tenevo i capelli lunghi ero una bambina normale a vedersi, mancavano pochi giorni all'inizio della scuola e un pomeriggio mia sorella è venuta da me con un giornale di moda e mi ha fatto vedere una fotomodella bellissima con un taglio di capelli molto corto dicendo: Vuoi che ti taglio i capelli così? Secondo me stai bene diventi come lei. Io all'inizio ho resistito, ma dopo varie insistenze ho pensato: Ma sì dai, voglio diventare bellissima come questa fotomodella.
Mia sorella mi ha tagliato i capelli cortissimi. Dopo alcuni giorni sono andata nella nuova scuola, mi ricordo che eravamo tutti fuori nella piazza, io mi sono seduta su un monumento, e alcuni ragazzini mi prendevano in giro dicendo: Ma tu chi sei? Sei nuova? Ma come ti chiami? E io rispondevo: Simona. E loro: Simona o Simone? Non si capisce, sei un maschio o una femmina? Ma da dove vieni? Io ero angosciata e pensavo a mia sorella che diceva: Dai, vedrai diventi bella come questa fotomodella!
Comunque a parte l'inizio drammatico la terza media è stata per me divertimento allo stato puro.
A scuola non si faceva mai assolutamente niente, non ricordo di aver mai fatto un compito. La classe era formata da ragazzi e ragazze borderline, come d'altronde ero anche io, eravamo quasi tutti provenienti da famiglie un po' assenti. Non so perché fossi capitata proprio in quella classe, con elementi così simili a me, forse era la zona, non so.
Comunque i professori erano come rassegnati a non essere mai ascoltati da nessuno.
In terza media per la prima volta in vita mia ho capito di essere bassa e di avere il senso dell'umorismo.
Subito i primi giorni ho fatto amicizia con una ragazza che si chiamava F.
F. era una ragazzina dura, cinica, sorrideva raramente, era molto forte e decisa nei modi, tutti in classe la rispettavano, anche i maschi. Nessuno mai la prendeva in giro, lei non aveva soprannomi. Persino i professori avevano una sorta di inquietudine nel trattare con lei. Non so perché ma F. si affezionò subito a me, mi prese sotto la sua ala, e così anch'io in poco tempo diventai intoccabile. Eravamo sempre insieme e ogni pomeriggio era una nuova avventura. Credo che lei si fosse attaccata a me perché ero molto infantile e per un po' di tempo ha potuto vivere un po' di infanzia, che ripensandoci adesso credo non avesse mai potuto vivere fino a quel momento. In effetti fuori da scuola giocavamo come due bambine, eravamo sempre in giro, affamate di vita. Tutto era una scoperta e niente era impossibile.
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